Non sono spaventata ma terrorizzata dai sintomi fisici che provo. Ho paura delle peggiori malattie o di morire.
Al primo sintomo mi irrigidisco e nella mia testa frullano mille dubbi e preoccupazioni: “come mai mi sento così?”, “perché non passa?”, “cosa sarà?”. Più mi preoccupo e più il mio livello di ansia cresce.
Inizio a tempestare di domande i miei genitori, i miei amici e i miei colleghi. Ho bisogno di sentirmi rassicurata. Ho bisogno di sentire: “non ti preoccupare, non è nulla”, “anch’io ho avuto gli stessi sintomi”, “tutto passa vedrai”. Sul momento sto bene, mi sento tranquilla. La serenità è momentanea. Poco dopo ripartono i dubbi.
Mi accorgo che sono sempre concentrata sul mio corpo per controllare ogni pezzettino voglio captare eventuali sintomi. Tutto è sotto controllo, non mi sfugge nulla: nuove macchie, peli, rigonfiamenti, rughe. Conosco ogni minima parte del mio corpo. Ormai sono diventata esperta, riesco a parlare con gli altri e fare i miei controlli.
Sono capace di misurarmi la pressione anche 10 volte al giorno, leggo riviste medico-scientifico, so tutto sulle malattie che penso di avere, mi collego ad internet per cercare informazioni.
A volte mi sembra di impazzire. Anche se razionalmente che tutto è assurdo, pazzesco, ma io non riesco a pensare e a comportarmi in maniera diversa. Analisi del sangue, ecografie, medici, specializzati, controlli, controlli e ancora controlli. Non penso ai soldi e al tempo che spendo vince l’ansia, la paura. La cosa pazzesca che dopo una visita medica inizio a dubitare sulla serietà e sulla professionalità di chi mi ha visitato: “avrà fatto i giusti controlli?”, “ e se ha sbagliato a leggere i dati?”, “sarà esperto?”, mi agito fino ad arrivare al panico.
Mi dicono che sono ipocondriaco e che tutti i miei pensieri e comportamenti sono determinati da tale malattia. Tutto chiaro, ma razionalmente. “e se questa volta fosse diverso?”, “se non fosse ansia, ma i sintomi di una malattia”. Chi mi da la sicurezza al cento per cento che è ansia. Voglio essere sicuro di non morire.
La Terapia Cognitivo Comportamentale risulta efficace e di grande aiuto per le persone che soffrono di ipocondria.
Dopo aver escluso problemi a livello fisico, la terapia procede con le seguenti tecniche:
-Fase psicoeducazionale in cui vengono fornite alla persone corrette informazioni sul suo disturbo ipocondriaco
-Rilassamento e respirazione lenta diaframmatica, attraverso cui la persona impara a gestire l’ansia
-Esposizione interocettiva, la persona con ipocondria impara ad attivare i sintomi dell’ansia con tecniche specifiche per poi rimanere calma e rilassata
-Acquisizione delle tecniche distrattive utili per interrompere il circolo dell’ansia, per stoppare le continue rimuginazioni e per interrompere l'attenzione selettiva sul corpo
-Identificazioni dei pensieri negativi e delle preoccupazioni. Tali pensieri vengono registrati su un nastro per essere riascoltati più volte nel corso della giornata. All’inizio dell’esposizione alla cassetta, la persona proverà ansia che tenderà a scomparire per un processo di abitazione.
-Sostituzione dei pensieri negativi con pensieri positivi e razionali: “mi trema il polpaccio e allora?”
-Eliminazione dei comportamenti rassicuranti, che mantengono il problema stesso. La persona con ipocondria dovrà astenersi dal fare controlli e visite
-Presa di distacco dal problema stesso: la persona impara a riconoscere e in un secondo momento ad ignorare eventuali sintomi, pensieri negativi perché dovuti dal suo disturbo.
-Praticare attività sportiva spesso evitata per la paura di fare sforzi che possono causare danni al fisico
-Alimentazione equilibrata
-Esposizione alle situazioni vissute con disagio o evitate per la paura di star male
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Dott.ssa Maria Narduzzo
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Terapeuta EMDR
Docente dell'Istituto Watson
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