Mi chiamo Rebecca, ho 24 anni e da parecchi anni soffro di Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Nella mia vita mi sono sempre innamorata e preso forti cotte e sbandate per i ragazzi ...oro sto felicemente da 4 anni con un ragazzo meraviglioso e da qualche tempo conviviamo ... però ... c'è un però ... Da tanto tempo ormai questi dubbi mi assillano: “non è che sei lesbica?”, “e se scopri che ti piacciono le ragazze?”, “se non sono solo fantasie?”, “e se fai soffrire il tuo ragazzo perchè un giorno scoprirai di essere omosessuale?” ... Quando vedo una ragazza, mi vengono pensieri e dubbi del tipo: “cosa vorresti fare con lei?”, “le vorresti leccare la vagina?”. “ALLORA VEDI CHE SEI LESBICA!!! Ti piace?”.
Purtroppo questi dubbi arrivano anche durante il rapporto sessuale con il mio ragazzo: “se fosse una donna, ti piacerebbe di più?”, “ma ti piace il pene?”, “sei sicura?”. Ancor prima di fare l'amore mi arrivano questi pensieri, che vorrei non avere e non riesco a lasciarmi andare. Vado in ansia, mi agito e la testa non è rivolta al piacere, ma intenta a capire e a rispondere alle tante domande.
Le ossessioni arrivano anche quando vedo dei bambini ... anche neonati ... pensieri a contenuto pedofilo: “cosa ci vorresti fare con quel bambino?” “Fai veramente schifo ... ma come farai un giorno ad avere dei figli?”, “e se mentre li cambi, ti vengono strane idee in testa?”. Questi pensieri sono assurdi perchè non fare mai del male ad un bambino e mi creano angoscia.
A fine giugno ho preso coraggio e sono andata in terapia. Ho capito di soffrire di disturbo ossessivo compulsivo. Nel momento in cui arrivano i pensieri ossessivi provo emozioni negative: paura, ansia a mille, terrore, senso di colpa, tutto questo mi porta a ricercare immediatamente spiegazioni del perchè ho questi pensieri, rispondo a tutti i dubbi e sento il bisogno di confessare a mia madre tutto quello che mi passa per la mente. Ho capito che così facendo provo sollievo dalle mie paure ma è solo temporaneo, tutto riprende nell'arco di qualche minuto o ore, poi ritorna un altro pensiero, provo ansia, emetto compulsioni e l'emozione negativa diminuisce. Io sono li intrappolata in questo circolo vizioso fin da quando sono bambina.
Ho iniziato ad ascoltare tutti i santi giorni una cassetta in cui sono state registrate le ossessioni che invadono la mia mente. Ho imparato ad essere consapevole della loro presenza, li chiamo per nome e cerco di prenderne distanza.
Ho imparato che per poter allontanare quella bestia malefica bisogna competere, competere a più non posso e non lasciarlo ASSOLUTAMENTE PARLARE.
Vedo una bella ragazza in un video musicale che balla in modo sensuale e provocatorio ... sento arrivare il doc da lontano ...tadann ...eccolo: “ti piace?”, “ti eccita?”, “allora vedi che sei lesbica ...”. Se prima gli lasciavo finire di dire tutta la frase, ora "al ti piace?", dico STOP!!!! NON MI ROMPERE, NON TI ASCOLTO, taglio corto e vado avanti, penso a qualcos'altro e mi concentro su quello che sto facendo. Mi concentro sul presente. Ho capito che questa è la mia forza. TAGLIARE CORTO SUBITO!!!
Un altro esercizio simpatico che mi ha fatto fare la Dott.ssa Narduzzo è stato quello di prendere in giro il DOC. Appena mi arrivano i pensieri ossessivi, li ripeto facendo una vocina da scema tipo quella da babbo Natale o da vecchietta giusto per far sentire il DOC ridicolo, prendere distanza emozionale e non farmi travolgere. Così facendo le ossessioni che prima mi angosciavano, ora perdono di importanza.
Con la terapia cognitivo comportamentale i pensieri si sono affievoliti e sono sempre meno presenti e più deboli. Ho iniziato anche a fare sport e lì mi scarico tantissimo, svagando la mente e rilassando il corpo.
Purtroppo quella bestia malefica ti attacca proprio dove tu ti senti forte, quando stai bene e quando pensi di aver vinto tu, facendoti venire dubbi con le persone più care. Per esempio, ora che ho imparato a gestirlo sul fronte pedofilo e omosessuale, mi sta attaccando sulla mia relazione affettiva. E' un'ossessione per me nuova, ho paura e mi sento in colpa: “e se ti sei presa una cotta per il ragazzo della palestra?”, “ami ancora il tuo fidanzato?", “se l'amore finisce?, lo farai sentire malissimo, lo farai soffrire, dovrete vendere casa, facendo andare tutto a rotoli. Cosa ci faresti con il ragazzo nuovo?”. Ho la testa in fumo e non riesco più a ragionare, non sono lucida. E' proprio ora che non bisogna arrendersi, bisogna tirare fuori gli attributi e fargli vedere sul serio chi comanda.
Ho capito che con il passare del tempo il contenuto del DOC può cambiare, è importante riconoscerlo, chiamarlo per nome e prendere distanza. Se andassi dietro ai pensieri, rinuncerei ad andare in palestra, invece so che devo vivere la stessa situazione con maggior serenità e tranquillità, concentrandomi sull'attività sportiva. Sono consapevole ed accetto che i pensieri arriveranno, ma li lascio andare.
Scappo dalle situazioni sociali in cui mi sento al centro dell'attenzione
Federico ha 29 anni operaio con la passione della musica, suona la chitarra e si esibiva con il suo gruppo nei vari locali. Ricevere gli applausi del pubblico lo divertiva e lo gratificava.
Da tre anni Federico evita le feste, le cene, non suona, la pausa caffè alle macchinette è diventata fonte di sofferenza. In generale, evita tutte le situazioni in cui potrebbe trovarsi al centro dell'attenzione ed essere osservato e giudicato dagli altri.
Prima di vivere una situazione sociale avverte un'intensa ansia anticipatoria : “e se sto male?”, “se mi viene l'ansia”, “mi blocco, non sono tranquillo, non riesco a ridere”, “gli altri se ne accorgono”, “potrebbero pensare che IO NON SONO A POSTO, IO SONO PAZZO”.
Durante una situazione interpersonale Federico ha paura di star male, di non riuscirsi a controllare, non si sente più se stesso, deve scappare, fuggire dagli sguardi, va in bagno oppure cerca di rimanere nella situazione ma fa finta di telefonare, gioca con il cellulare o risponde in modo veloce alle domande per togliersi dalla scena, dall'attenzione in cui gli altri lo guardano e lo ascoltano.
Federico si considera uno sfigato, la sua timidezza e la sua paura delle persone lo limitano nel cercare una fidanzata e l'essere single aumenta l'idea negativa che ha di se stesso e diminuisce la sua autostima.
Festeggiare il suo compleanno è una situazione da evitare assolutamente, esser al centro della serata, in cui le persone sono li per lui, gli parlano, fanno domande, lo chiamano e lo osservano mentre spacchetta i regali, gli crea un'ansia elevatissima. Anni fa i suoi amici gli fecero una festa a sorpresa e lui rimase serio, freddo, senza parole, in preda al panico. Tutti iniziarono a domandargli cosa avesse e se fosse arrabbiato. In realtà aveva paura e lottava contro la sua ansia. Solo pensieri negativi nella sua testa “o Dio adesso mi agito, non sorrido, non sono rilassato, gli altri se ne accorgono, devo rilassare i muscoli del viso”. Federico si concentra solo sul suo fisico per evidenziare eventuali sintomi per controllarli al fine di evitare un attacco di panico. Così facendo si perde tutto ciò che lo circonda.
L'attenzione selettiva sul proprio corpo viene vissuta erroneamente come un comportamento positivo che permette di tenere sotto controllo i vari parametri psicofisiologici per evitare un attacco d'ansia. In realtà tale atteggiamento genera maggior ansia, rigidità e non permette la distrazione che aiuta, invece, a non dare forza ai pensieri negativi.
Federico nelle situazioni di gruppo cerca di diventare piccolo e trasparente, si colloca in un angolo e rimane silenzioso per fuggire all'attenzione delle persone.
Scappare, fuggire, evitare i rapporti sociali, creano sollievo ma solo momentaneo, a lungo andare rafforzano il disturbo d'ansia, creando non solo un'immagine negativa di se stessi ma generano solitudine ed isolamento.
Ridere di se stessi, sdrammatizzare, prendersi in giro hanno permesso a Federico di vivere le situazioni sociali con minor ansia. Prima Federico lottava per evitare che le persone si accorgessero del suo disturbo, oggi riesce simpaticamente a dire “ragazzi non mi fate queste domande lo sapete che divento rosso sono timido, riuscendo a ridere insieme ai suoi amici”.
Sta imparando che fare domande agli altri, concentrarsi su ciò che lo circonda mostrando interesse, lo aiuta a non rimanere intrappolato nella paura dei sintomi e focalizzato sul suo corpo.
Federico è consapevole ed accetta che i pensieri negativi e le preoccupazioni arrivano così come le sensazioni negative ma non da forza, riesce a lasciarle andare vivendo così più serenamente. Ha imparato a guardare quei pensieri e non a giudicare negativamente se stesso attraverso quei pensieri.
Nel programma di esposizione graduale, Federico ha finalmente capito che può farcela rafforzando l'idea di se stesso. Il nostro "motto" terapeutico è sempre stato:"più faccio e più mi rafforzo".Oggi ha riscoperto il piacere di frequentare le persone diminuendo la solitudine e l'isolamento, frequenta gruppi e si dedica allo sport per distrarsi e scaricare eventuali emozioni negative.
Nella storia di vita di Federico è emersa un'infanzia caratterizzata dalla solitudine e dalla trasparenza (deprivazione emozionale). Ricorda una scena in cui suo padre lo aveva portato a pescare e Federico era contento di questo, ma queste due persone non si parlano, non interagiscono, non c'è scambio di emozioni o di esperienze. Le due persone sono insieme ma è come se di fatto fossero sole. Tutta l'infanzia è caratterizzata da silenzi e non vi sono genitori che dedicano tempo, interessati ad ascoltare e condividere. Federico, così come i suoi fratelli hanno imparato fin da piccoli a fare esperienze da soli.
Tutte queste esperienze ed emozioni sono rimaste dentro di lui senza grandi sofferenze. Ma tre anni fa, in occasione di una cena di lavoro, Federico ha avuto un attacco di ansia spaventandosi tantissimo. Da allora è iniziato il suo calvario
Prima della terapia, Federico era quel bambino non abituato ad essere al centro dell'attenzione.
Consigli per stoppare i pensieri e le preoccupazioni:
1. Arresto del pensiero: prova a dirti con forza e a voce alta STOP. I pensieri sono solo pensieri, più gli vai dietro e più aumentano. Allora STOP.
2. Dilaziona Aspetta 5 minuti di orologio prima di pensare, nel frattempo cerca di distrarti leggendo, facendo una telefonata, cantando a voce alta, .... Al termine dei 5 minuti, chiediti se devi proprio pensare o se resisti altri 5 minuti. Bravo vai avanti così, hai resistito!!!
3. Distraiti con attività piacevoli: doccia, sport, organizza uscita con amici, leggi. Mentre ti dedichi a queste attività, monitorizza, chiediti cioè se sei concentrato sull'attività scelta o se stai pensando. Nel caso tu stessi pensando, allora stoppa tutto e riporta la tua attenzione su ciò che stavi facendo.
4. Rilassati disteso sul letto: l'aria entra nel naso, la pancia si gonfia e lentamente l'aria esce dalla bocca e la pancia si sgonfia. Cencentrati sulla sensazione dell'aria che attraversa le narici e piano piano esce dalla bocca.
5. Fai una lista degli impegni e delle attività che dovresti fare. Riordina il tutto in base all'urgenza e/o all'importanza che hanno. Organizza le tue giornate, settimane e mesi in base alle attività che hai messo nella lista.
La programmazione ti aiuterà a fare ordine nella tua vita e a non sovraccaricarti di mille impegni.
Non essere rigido con te stesso: se non riesci a fare ciò che hai programmato, non è la fine del mondo, ci penserai domani!!!
Ricordati che gli imprevisti possono presentarsi e hanno la precedenza sulla tua programmazione.
Quando rivolgersi ad un terapeuta:
- provi livelli di ansia molto forti
- se le tue preoccupazioni ti assorbono così tanto da interferire con la vita quotidiana
- non riesci da solo a controllare le tue preoccupazioni
- non riesci a dormire
Come si guarisce dal DOC, quali son i risultati?
Come sta Martina dopo 6 mesi di terapia cognitivo comportamentale?
Facciamo riferimento all'articolo pubblicato il 7/5/2010: Il mio DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo) mi fa sentire SPORCA, una “POCO DI BUONO.
Martina ha una grande forza che la fa andare avanti, desidera guarire dal Disturbo Ossessivo Compulsivo, per cui lavora costantemente per raggiungere gli obiettivi che settimanalmente ci poniamo in terapia. In alcuni momenti non è facile, a volte piange, chiede aiuto, ma i risultati ottenuti sono tanti e lei sta ritrovando la spontaneità e la libertà di vivere, che forse non ha mai vissuto.
Attualmente Martina sa riconoscere i pensieri ossessivi e cerca di non seguirli, dandogli meno forza. In diverse circostanze, ha notato che i pensieri arrivano, ma non seguendoli vanno via e lei non ci pensa più.
Cosa riesce a fare Martina?
Dentro casa: pulisce con le finestre aperte, accende la musica, parla in ingresso, fuma fuori dal balcone ed esce di casa senza prima verificare l'eventuale presenza di uomini nel pianerottolo. Libertà, libertà e ancora libertà. I pensieri ossessivi si presentano "come mai fumi dal balcone?, vuoi farti vedere dai vicini di casa?, vuoi farti notare dagli uomini che passano per la strada?. Prima della terapia comportamentale, questi dubbi, questi pensieri l'avrebbero fatta impazzire, le avrebbero creato ansia e una sensazione di sporco. Avrebbe evitato, fatto controlli e compulsioni. Oggi ha sviluppato un atteggiamento più competitivo: " mi dici di non fumare, io lo faccio lo stesso, non ascolto il DOC".
Fuori casa: Martina ora riesce ad ascoltarsi e a soddisfare i suoi gusti e desideri: indossa le magliette che le segnano il seno, cammina normalmente per strada, indossa gli occhiali, fuma in macchina, cammina passando davanti ai bar dove ci sono dei ragazzi. Anche in questo caso arrivano i pensieri ossessivi: "come mai passi davanti ai ragazzi? vuoi farti vedere da loro, vuoi farti notare!!! Ti stavi toccando i capelli per attirare l'attenzione?"
Martina ora sa cosa dirsi: "stop sono solo pensieri ossessivi, non mi rompere" sa cosa fare: non cambia strada. Cambiare il comportamento, fare esattamente l'opposto di ciò che i pensieri ossessivi farebbero fare, da forza, da grinta ed è la strada giusta per gestire al meglio il proprio DOC.
Effettivamente è vero: negli ultimi 10 anni non ho vissuto quasi mai in libertà e, forse, ancora adesso non mi sembra vero che mi metto una gonnellina x uscire da sola...non l'avrei mai fatto sino a qualche mese fa.... E' bello fumare in auto, sul balcone, uscire di casa truccata......ma purtroppo interviene il DOC facendomi sentire sporca in questi atteggiamenti normali, ma io li faccio lo stesso anche se ho tanta ansia, che mi accompagna tutto il giorno. CAMBIANDO IL COMPORTAMENTO, andando contro il DOC io guarirò.
Pensieri ossessivi a contenuto pedofilo Questi pensieri hanno sempre impedito a Martina di abbracciare e giocare con un bambino, per la paura che i suoi pensieri fossero veri. Evita, controlla, contrae i muscoli, incrocia stringendo al massimo le braccia, per la paura di agire. Martina tra le lacrime di disperazione, ha sempre chiesto il perchè di quei pensieri. Non li voglio sentire, perchè mi vengono, non farei mai del male ad un bambino. E poi il turbine di dubbi? Lo faresti o non lo faresti? . Oggi, sempre di più cerca di non dar peso a quei pensieri. Sono assurdi, sono pensieri ossessivi, non è quello che voglio fare, non mi interessa. Ma la forza maggiore le viene data dall'esposizione. Martina frequenta coppie di amici con figli, riesce a prenderli in braccio e a giocare con loro. Nelle ultime esposizioni è riuscita con grande soddisfazione a portare in bagno un bambino. E i pensieri? Sono arrivati puntuali, ma Martina è riuscita a non seguirli e la sua testa era libera.
La parte più dura riguarda il rapporto con il marito. Il Doc è continuamente presente: "ma ti piace ancora tuo marito?, ti piace la sua faccia? Guardalo bene. Ti piace o no?" qui Martina cede e segue il suo disturbo, controllando, verificando il viso del marito frontalmente e di profilo. "Lo ami o non lo ami?, lo tradiresti? se esci, puoi incontrare un ragazzo più bello di tuo marito e se poi lo tradisci? L'ansia è forte, continua, avverte un senso di lontananza e di schifo. Si sente sporca, disonesta e ingarbugliata nei dubbi. "Ma stai male perchè veramente non ami tuo marito o perchè hai i pensieri ossessivi? Martina chiede conferme: "ma io potrei tradire mio marito, lo amo davvero?" In alcuni momenti scappa, evita gli uomini, appare fredda e distaccata. In altri momenti riconosce i dubbi ossessivi, sa che nel momento in cui fissa il viso di suo marito sta facendo compulsioni, pertanto smette. Martina dovrà accettare la sensazione di lontananza, lo schifo, il disgusto di fare l'amore con suo marito, perchè sono mandati dal DOC. Ma ancora di più , Martina sa che abbracciare il marito, mandare messaggi essere carina e attenta con lui sono comportamenti che contrastano fortemente il DOC. Anche uscire di casa, fare le commissioni da sola, e andare a mangiare una pizza con le amiche, proprio quando avverte lontananza e ha la testa invasa dai mille dubbi, vuol dire riconoscere, lottare e contrastare una malattia che non le fa vivere serenamente il suo matrimonio.
La parte più schifosa riguarda la sensazione di lontananza, di "non amore" che il DOC mi fa provare verso mio marito, la persona più importante della mia vita; ma lo ami o no, è bello o no, se è bello lo ami, se lo vedi brutto ti sembra che non lo vuoi più, che non lo ami...........sensazioni terribili; ma stai male perchè hai questi pensieri o perchè non lo ami davvero più? DUBBI DUBBI DUBBI = DOC, MALATTIA, PENSIERI OSSESSIVI, SPAZZATURA.
Metti un punto Martina. Ma il DOC non ti fa mettere sto benedetto punto e continua ad assillarti.........allora sei superficiale o no? che schifo....STOP STOP STOP ecco cosa devo fare........
In queste ultime sedute ho imparato ad ascoltare la mia voce: VOGLIO STAR BENE CON MIO MARITO, VOGLIO UN FIGLIO DA AMARE E COCCOLARE, AMO MIO MARITO PERCHE' MI PIACE ESTETICAMENTE ED INTERIORMENTE, NON VOGLIO TRADIRLO, NON VOGLIO VIOLENTARE CANI E BAMBINI.
"Ascolta la tua voce Martina e credici", dice la Dott.ssa Narduzzo. Ma non è facile crederci perchè il DOC ti fa sentire come se la tua parte BUONA non esistesse. Ma mi sforzo x crederci.
A volte sono davvero a pezzi perchè non ho la serenità interiore e la tranquillità che tanto vorrei avere; rinuncerei a tutto pur di star bene, di star bene con mio marito senza questi pensieri schifosi, senza questa sensazione di lontananza, voglio avere un figlio, voglio la mia famiglia. Ecco la mia favola.
A sei mesi dall'inizio della psicoteria cognitivo-comportamentale posso dire di essere migliorata, faccio cose che prima non avrei mai fatto ma purtroppo ho più ansia x via delle esposizioni.
Martina inizierà a fare attività sportiva per distrarsi e per scaricare l'ansia e la tensione, continua ad esporsi costantemente, tutti i giorni, compiendo azioni contrarie ai pensieri ossessivi, ed esponendosi ai pensieri del doc registrati sul nastro.
SOFFRI DI ANSIA, PANICO E FOBIE?
La Dott.ssa Maria Narduzzo
psicologa psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
Terapeuta EMDR Docente dell'Istituto Watson
ti propone un CORSO PRATICO di 5 incontri sull'ascolto corporeo, la consapevolezza di sé e la gestione dell'ansia.
Sede: via Roma 7/B - 10043 Orbassano (To)
Date 22, 29, Ottobre 5, 12, 19 Novembre dalle 18 alle 21
Per partecipare al corso, le iscrizioni devono pervenire entro l'8 Ottobre.
Prima dell'inizio del corso verrà effettuato un colloquio conoscitivo gratuito con la Dott.ssa Narduzzo.
Info e contatti: Maria Narduzzo 333.7130974
Programma:
22/10/2010
Presentazione dei partecipanti al gruppo e consegna del diario emotivo
Fase psicoeducazionale: conosciamo l'ansia e i sintomi tipici
Ascolto corporeo e consapevolezza di sè.
29/10/2010
Il ruolo dei pensieri negativi-catastrofici “e se.....?”
Respirazione lenta diaframmatica.
Rilassamento
5/11/2010
Esercizi di iperventilazione e attività sportiva per indurre e gestire i sintomi dell'ansia
Esercizi di visualizzazione
Rilassamento
12/11/2010
Visione del diario emotivo
Conoscenza e modificazione dei pensieri negativi legati alla paura dei sintomi.
Gestione dell’ansia anticipatoria prima di affrontare un evento.
Esposizione in “vivo” alle situazioni evitate o vissute con paura e disagio con la presenza del terapeuta
Rilassamento
19/11/2010
Visione del diario emotivo
Esposizione in “vivo” alle situazioni evitate o vissute con paura e disagio con la presenza del terapeuta
Rilassamento
Individuazione degli obiettivi di lavoro che i partecipanti raggiungeranno da soli
Obiettivi del corso
1.ridurre l’entità e la frequenza dei sintomi dell’ansia
2.identificare e successivamente modificare i pensieri automatici negativi rispetto ai sintomi dell’ansia, le credenze errate e i comportamenti disfunzionali di evitamento.
3.acquisire sicurezza ed imparare a vivere le sensazioni fisiche legate all’ansia non più come pericolose per la propria salute.
4.ridurre l’ansia anticipatoria, la persona impara ad esporsi direttamente e gradualmente alle situazioni evitate o vissute con disagio.
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Dott.ssa Maria Narduzzo
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Terapeuta EMDR
Docente dell'Istituto Watson
P.Iva 09100990010
Cell 3337130974
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Via Roma 47
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C.so Galileo Ferraris, 107
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