Categoria: Disturbi Somatoformi

15.09.13

Ipocondria o ansia per la propria salute

14:45:01, Aree di intervento: Disturbi Somatoformi  

Ipocondria o meglio ansia per la propria salute

Luca si presenta in studio perché terrorizzato dai sintomi fisici che avverte. Riferisce di non sentirsi presente e coinvolto nella realtà circostante ma distaccato per essere concentrato sul suo corpo, al fine di cogliere qualsiasi cambiamento indice premonitore di una malattia terribile e devastante. Tasta il collo, le ascelle, l’inguine per tenere sotto controllo i linfonodi. Il livello di ansia cresce tantissimo fino ad arrivare al panico quando avverte un rigonfiamento, una vena ingrossata, stanchezza, mal di testa, febbre o qualsiasi altro sintomo. La sua mente si invade di mille dubbi, mille pensieri catastrofici: “come mai sono così stanco? Non è normale! O Dio mi sto ammalando!” L’ansia aumenta, avverte tachicardia, sudorazione, nodo in gola, fatica a respirare, avverte terrore di avere un tumore, una meningite fulminante, comunque una malattia che lo porterà sicuramente alla morte. Inizia a chiedere aiuto e rassicurazioni alla moglie che dichiara di non sopportare più le sue paure. Luca è disperato, non si sente capito, si sente solo. Si rivolge al medico di base che gli prescrive esami del sangue ed ecografie. Come al solito i risultati non evidenziano nessun disturbo. Il livello di ansia diminuisce temporaneamente. Luca non vive spensierato ma in uno stato di allerta perenne perché è convinto che tanto prima o poi qualcosa di terribile succederà. A volte dubita il giudizio dei medici e il risultato degli esami.

Cause e fattori predisponenti
Diversi fattori possono intervenire per determinare vulnerabilità a sviluppare l’ansia per la propria salute:
FATTORI GENETICI: Studi su famiglie con soggetti affetti da ipocondria non hanno dimostrato una trasmissione genetica del disturbo.
ESPERIENZE DURANTE L’INFANZIA: può succedere che i bambini trascurati a livello emozionale, cresciuti da soli e con poche attenzioni o bambini che hanno vissuto in ambienti familiari imprevedibili caratterizzati da frequenti e pesanti discussioni e conflitti possono determinare depressione e disturbi d’ansia. L’aspettarsi da adulto che da un momento all’altro possa capitare qualcosa di negativo potrebbe ricollegarsi ad un ambiente familiare o ad una reazione di un genitore improvvisa, negativa o violenta.
APPRENDIMENTO DA MODELLO: Il bambino può osservare, imitare ed identificarsi con persone significative che esprimono preoccupazioni eccessive riguardo potenziali pericoli. Davide è cresciuto con una madre che ha sempre sofferto di attacchi di panico. Davide ricorda il viso pallido, intimorito della madre tutte le volte che lo andava a prendere all’asilo. “la vedevo fragile, debole, la sua ansia era la mia. Velocemente ritornavamo a casa perché in lei c’era il terrore che da un momento all’altro poteva ripresentarsi un attacco di ansia. Ricordo le sue raccomandazioni, la sua paura, vedeva il pericolo per ogni cosa. Oggi sono un adulto ansioso con frequenti attacchi di panico e quando si presentano sintomi fisici vivo nel terrore che qualche di brutto possa capitarmi.”
ESPERIENZE FAMILIARI di GRAVI MALATTIE O MORTE: Leo è un bambino di 9 anni, all’età di 5 anni ha perso in modo veloce e inaspettato la madre. Leo ha sviluppato ansia e la paura che possa capitare qualcosa di brutto alla sua persona e in particolare al padre. E’ terrorizzato dai sintomi ed è particolarmente sensibile alla stanchezza del padre. Leo ha, anche, sviluppato un disturbo ossessivo compulsivo, attraverso gesti ripetitivi e compulsivi tiene sotto controllo la realtà circostante in modo da evitare il presentarsi di eventi negativi.
Anna Rita è cresciuta con una mamma affetta da un tumore ai polmoni. Ha vissuto la sua sofferenza, il suo dolore e l’ha vista lentamente consumarsi fino a spegnersi per sempre. Oggi Anna Rita è una donna che ha sviluppato la paura di poter morire della stessa malattia che ha causato la morte di sua madre. La sua testa è piena di “e se…?”, “e se mi ammalo?”, “e se muoio come mia madre?”, “come mai la tosse non guarisce nonostante i farmaci assunti?”, “e se abbandono i miei piccoli figli?”, … Anna Rita ha anche sviluppato la tendenza all’auto-sacrificio per gli altri, è sempre pronta e disponibile ad aiutare gli altri, fatica a dire no alle richieste, riesce a trovare il tempo per gli altri anche se è stanca ed oberata di lavoro. Il passato è ancora presente, Anna Rita non ha potuto vivere la propria adolescenza in modo spensierato facendo tutte le cose che facevano i suoi coetanei, lei doveva assistere la madre malata, somministrarle le medicine, cucinava e puliva casa. Ancor oggi annulla se stessa per gli altri.
FATTORI BIOLOGICI Vari studi dimostrano che ansia e depressione siano mediate da neurotrasmettitori cerebrali quali per esempio serotonina e noradrenalina. I deficit neurochimici associati all’ipocondria appaiono simili a quelli evidenziati nei disturbi d’ansia e dell’umore.
INFLUENZA DEI MEDIA spesso i media e internet possono contribuire al manifestarsi dell’ipocondria in soggetti vulnerabili e sensibili.

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18.10.07

Cura dell'ipocondria: la terapia cognitivo comportamentale

23:56:07, Aree di intervento: Disturbi Somatoformi  

Non sono spaventata ma terrorizzata dai sintomi fisici che provo. Ho paura delle peggiori malattie o di morire.

Al primo sintomo mi irrigidisco e nella mia testa frullano mille dubbi e preoccupazioni: “come mai mi sento così?”, “perché non passa?”, “cosa sarà?”. Più mi preoccupo e più il mio livello di ansia cresce.

Inizio a tempestare di domande i miei genitori, i miei amici e i miei colleghi. Ho bisogno di sentirmi rassicurata. Ho bisogno di sentire: “non ti preoccupare, non è nulla”, “anch’io ho avuto gli stessi sintomi”, “tutto passa vedrai”. Sul momento sto bene, mi sento tranquilla. La serenità è momentanea. Poco dopo ripartono i dubbi.

Mi accorgo che sono sempre concentrata sul mio corpo per controllare ogni pezzettino voglio captare eventuali sintomi. Tutto è sotto controllo, non mi sfugge nulla: nuove macchie, peli, rigonfiamenti, rughe. Conosco ogni minima parte del mio corpo. Ormai sono diventata esperta, riesco a parlare con gli altri e fare i miei controlli.

Sono capace di misurarmi la pressione anche 10 volte al giorno, leggo riviste medico-scientifico, so tutto sulle malattie che penso di avere, mi collego ad internet per cercare informazioni.

A volte mi sembra di impazzire. Anche se razionalmente che tutto è assurdo, pazzesco, ma io non riesco a pensare e a comportarmi in maniera diversa. Analisi del sangue, ecografie, medici, specializzati, controlli, controlli e ancora controlli. Non penso ai soldi e al tempo che spendo vince l’ansia, la paura. La cosa pazzesca che dopo una visita medica inizio a dubitare sulla serietà e sulla professionalità di chi mi ha visitato: “avrà fatto i giusti controlli?”, “ e se ha sbagliato a leggere i dati?”, “sarà esperto?”, mi agito fino ad arrivare al panico.

Mi dicono che sono ipocondriaco e che tutti i miei pensieri e comportamenti sono determinati da tale malattia. Tutto chiaro, ma razionalmente. “e se questa volta fosse diverso?”, “se non fosse ansia, ma i sintomi di una malattia”. Chi mi da la sicurezza al cento per cento che è ansia. Voglio essere sicuro di non morire.

La Terapia Cognitivo Comportamentale risulta efficace e di grande aiuto per le persone che soffrono di ipocondria.

Dopo aver escluso problemi a livello fisico, la terapia procede con le seguenti tecniche:

-Fase psicoeducazionale in cui vengono fornite alla persone corrette informazioni sul suo disturbo ipocondriaco
-Rilassamento e respirazione lenta diaframmatica, attraverso cui la persona impara a gestire l’ansia
-Esposizione interocettiva, la persona con ipocondria impara ad attivare i sintomi dell’ansia con tecniche specifiche per poi rimanere calma e rilassata
-Acquisizione delle tecniche distrattive utili per interrompere il circolo dell’ansia, per stoppare le continue rimuginazioni e per interrompere l'attenzione selettiva sul corpo
-Identificazioni dei pensieri negativi e delle preoccupazioni. Tali pensieri vengono registrati su un nastro per essere riascoltati più volte nel corso della giornata. All’inizio dell’esposizione alla cassetta, la persona proverà ansia che tenderà a scomparire per un processo di abitazione.
-Sostituzione dei pensieri negativi con pensieri positivi e razionali: “mi trema il polpaccio e allora?”
-Eliminazione dei comportamenti rassicuranti, che mantengono il problema stesso. La persona con ipocondria dovrà astenersi dal fare controlli e visite
-Presa di distacco dal problema stesso: la persona impara a riconoscere e in un secondo momento ad ignorare eventuali sintomi, pensieri negativi perché dovuti dal suo disturbo.
-Praticare attività sportiva spesso evitata per la paura di fare sforzi che possono causare danni al fisico
-Alimentazione equilibrata
-Esposizione alle situazioni vissute con disagio o evitate per la paura di star male

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05.10.07

Ipocondria: sintomi e caratteristiche tipiche

13:24:21, Aree di intervento: Disturbi Somatoformi  

La caratteristica essenziale della ipocondria è la preoccupazione legata alla paura oppure alla convinzione di avere, una grave malattia.

La persona che soffre di ipocondria interpreta in modo errato i sintomi fisici che avverte: il mal di testa non viene vissuto con serenità come un dolore che tutti potremmo avere in seguito a stanchezza o ad un colpo d'aria. Tale sintomo viene vissuto in modo catastrofico come indicatore di una grave malattia.

La persona che soffre di ipocondria tende ad interpretare in modo catastrofico i sintomi che avverte. Egli tende, infatti, a pensare alla cosa peggiore che gli possa capitare.

Perché si possa parlare di ipocondria, ovviamente, è importante che venga esclusa qualunque condizione medica generale che possa spiegare pienamente i suoi segni o sintomi fisici (per quanto possa talora essere presente una condizione medica generale concomitante).

La persona con ipocondria è attenta in modo selettivo al suo corpo per captare eventuali sintomi, indicatori di malattie temute. La sua testa è invasa da continui dubbi e preoccupazioni: "come mai avverto questo tremore alla gamba?". "e se fosse qualcosa di grave?", "e se mi capita qualcosa di terribile da un momento all'altro?", "e se muoio di morte improvvisa?". In conseguenza di tali pensieri negativi, la persona con ipocondria si sente agitato, ansioso e preoccupato.

Vi è la tendenza ad effettuare controlli medici, consultate diversi medici, per un bisogno di rassicurazione, ma tale effetto dura poco. Ritornano i dubbi: "sarà bravo questo medico, forse sarà meglio consultarne un altro", .... Nonostante i medici dicano che non vi sono disturbi, la persona che soffre di ipocondria continua ad essere convinta di avere qualche malattia.

Nella ipocondria la preoccupazione può riguardare le funzioni corporee (per es. il battito cardiaco, la traspirazione o la peristalsi); alterazioni fisiche di lieve entità (per es. una piccola ferita o un occasionale raffreddore); oppure sensazioni fisiche vaghe o ambigue (per es. "cuore affaticato", "vene doloranti").

La persona tende ad effettuare controlli sul proprio corpo: misura la pressione più volte al giorno, conta i battiti del cuore, si tocca a livello del cuore. Chi è convinto di avere un tumore al seno continua a tastare tale parte, con il rischio di creare infiammazioni.

I soggetti con l'ipocondria possono allarmarsi se leggono o sentono parlare di una malattia, se vengono a sapere che qualcuno si è ammalato, o a causa di osservazioni, sensazioni, o eventi che riguardano il loro corpo.
La preoccupazione riguardante le malattie temute spesso diviene per il soggetto un elemento centrale della immagine di sé, un argomento abituale di conversazione, e un modo di rispondere agli stress della vita.

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Starbene: mente-corpo

Dott.ssa Maria Narduzzo
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
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