Categoria: Trauma

14.11.10

Perfezionismo

22:34:19, Aree di intervento: Anoressia Nervosa, Standard Severi, Trauma  

Perfezionismo ed inadeguatezza: “DEVO studiare, devo sapere tutto ed essere la più brava”

Giula riferisce di provare tanta ansia, accusa dolore al petto, tachicardia, mal di pancia, non riesce a mangiare, le tremano le mani e non riesce a concentrarsi. Il suo problema è lo studio, a cui dedica 4 ore al giorno e sotto esami anche 12, senza interruzioni.

Durante il colloquio Giulia utilizza spesso il termine DEVO. Proviamo, così, a fare un elenco dei suoi devo:

1 Devo studiare tutti i giorni per almeno 4 ore
2 Devo sapere tutto
3 Devo fare il massimo
4 Devo prendere il massimo
5 Devo evitare che gli altri mi facciano notare che io non so
6 Devo essere più avanti degli altri
7 Non devo fare brutta figura
8 Devo studiare anche se non ho voglia
9 Devo finire prima del previsto
10 Non devo fare domande su un argomento che non conosco. Non devo fare brutte figure
11 Devo essere più brava degli altri
12 Non devo perdere tempo

CHE FATICA DOVER FARE; DOVER essere sempre al top

Il problema di Giulia riguarda gli standard elevati che la portano a studiare duramente per arrivare al massimo dei risultati. La vita è solo studio e pressione dedicando, così, poco tempo al divertimento, agli affetti, alle amicizie e a se stessa.

Esempi di dialogo interno negativo:

Situazione
Sono all'università e non ho capito la spiegazione
Pensieri
“Non ho capito, non mi fido di me. Mi sento meno adatta degli altri, Non ho preso bene gli appunti, non ho capito, che medico mai sarò”
Emozioni
Ansia Agitazione
Comportamento
Mi muovo in continuazione e guardo ciò che hanno scritto gli altri

Situazione
Sono a casa e studio
Pensieri
“Ho paura di non avere tempo per finire. Mi sento stupida, sento di aver meno abilità rispetto i miei compagni"
Emozioni
Agitazione Preoccupazione
Comportamento
Studio e ripeto per 4 ore

Situazione
Sono a casa e studio
Pensieri
“Mi sembra di non avere abbastanza tempo, Sono lenta. Mi sento di non fare bene “
Emozioni
Ansia Preoccupazione
Comportamento
Studio e ripeto per 4 ore

Dal diario di Giulia notiamo la tendenza ad autosvalutarsi e a non credere nelle proprie abilità e capacità. Tende a confrontarsi con le altre persone viste migliori e lei appare inadeguata, non adatta, inferiore, non capace, sbagliata.

Gli standard elevati rappresentano per Giulia una compensazione della sua inadeguatezza. Solo se studia tanto e prende il massimo dei voti allora sente di poter andare bene.

Rigidità, severità, controllo, perfezionismo, pensiero tutto o nulla, sono presenti non solo nello studio, ma anche nell'alimentazione e nelle pulizie: o non pulisce la sua camera o se lo fa, lo deve fare benissimo. Anni fa, Giulia controllava le calorie nelle etichette dei cibi prima di mangiarli, perdendo così 7 kg e bloccando il ciclo mestruale. Attualmente tale controllo è meno presente ma si confronta con le ragazze quando mangiano meno di lei. In questo caso partono i pensieri negativi: loro sono più brave e più magre di meno, sentendosi inadeguata.

Perfezionismo, standard severi ed esclusione sociale- inadeguatezza

Tiziana come Giulia studia intensamente, deve sapere tutto, per superare al meglio un esame. Vuole essere perfetta, precisa, vuole essere la più brava tra i compagni. E' competitiva e prova rabbia e invidia se qualcuno prende un voto più alto del suo.

Come Giulia, anche Tiziana controlla le kilocalorie, ma in lei è presente un disturbo anoressico che la fa vedere erroneamente grassa, per cui tende alla dieta ferrea pesando attualmente 48 kg.

La tendenza a studiare molto si origina fin dalle elementari, in cui Tiziana voleva essere assolutamente brava. Era molto disponibile, non diceva mai di no, faceva i compiti per i compagni che non avevano studiato, passava le risposte durante le verifiche.

Perchè tutto questo?

Tiziana era una bambina in sovrappeso e ciò la faceva sentire inadeguata. I compagni la prendevano in giro e la escludevano dai giochi e dai vari gruppi. Tiziana ricorda, con dolore, le risate e i commenti negativi. Studiare e aiutare i compagni era un modo per farsi accettare dagli altri, far parte del gruppo e andar bene.

Nonostante i suoi sforzi veniva presa in giro ed esclusa proprio dai bambini a cui aveva dato i compiti, provando rabbia e delusione che non hai mai espresso.

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12.04.09

Trauma: sintomi e reazioni

02:20:22, Aree di intervento: Trauma  

Le reazioni durante e dopo l’incidente sono:

Senso di irrealtà - Si ha la sensazione di essere dentro a un film, le scene si svolgono come al rallentatore, i sensi sono acutizzati per fare una rapida valutazione dei pericoli presenti nella situazione, cercando delle vie d’uscita o altre soluzioni. Subito dopo l’esperienza traumatica, la realtà quotidiana attorno a noi può sembrare irreale o irrilevante, come se ci trovassimo sotto a una campana di vetro o in mezzo ad un incubo.

Reazioni fisiche- tachicardia, senso di nausea, sensazioni di caldo o freddo, paura di stare da soli, bisogno di vicinanza, di un supporto e aiuto concreto.

Reazioni successive all’evento:

Pensieri intrusivi - Arrivano involontariamente pensieri, ricordi e immagini di quello che è successo. Compaiono soprattutto in momenti di rilassamento, per es. prima di dormire e si accompagnano ad un senso di disagio.

Problemi di sonno - In genere il sonno è leggero, ci si sveglia spesso, si hanno degli incubi o sogni ricorrenti dell’evento.

Associazione con altri stimoli - È comune che alcuni stimoli ambientali, persone o situazioni richiamino l’evento in modo involontario. Questo è dovuto al fatto che l’evento viene associato ad altri fattori che provocano un certo malessere o ansia. Ovviamente lo stimolo da solo, se non venisse associato all’evento traumatico, non generebbe alcun disagio.

Difficoltà di concentrazione - Poca concentrazione in attività quale la lettura, la visione di un film, ecc.

Reazioni fisiche - Problemi di stomaco, senso di nausea, stanchezza.
Disperazione - È difficile accettare i fatti attuali e non si riesce a pensare al futuro in modo adeguato.

Colpa - Si ha senso di colpa ad esempio per essere sopravvissuti quando un’altra persona è morta o ferita gravemente. C’è una tendenza a colpevolizzarsi per non avere fatto a sufficienza. È comune dirsi: “Se io solo avessi........”

Vulnerabilità - Paura del futuro oppure impazienza e irritazione con gli altri, sopratutto con i familiari. Indifferenza verso cose che prima dell’incidente erano molto importanti per la persona. Questo a volte crea incomprensione con gli altri da cui scaturiscono ulteriori difficoltà .

Le persone pensano ripetutamente a quello che è successo per cercare di capire l’evento. In alcuni casi i pensieri sulla causa dell’evento e sulla vicinanza della morte e la vita sono molto comuni. Il senso della propria invulnerabilità scompare. Tutto è incerto, soprattutto se e quando può succedere nuovamente.

La durata di queste reazioni è diversa per ogni persona. Per alcuni la situazione si normalizza dopo poche settimane, per altri ci vuole più tempo. Se sono troppo intense e durano per molto tempo è necessario il supporto di uno psicoterapeuta specializzato nel trattamento dei disturbi post traumatici.


Per maggiori informazioni consulta il sito: www.emdritalia.it

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Starbene: mente-corpo

Dott.ssa Maria Narduzzo
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