Categoria: Disturbo di Panico

24.06.10

Terapia di gruppo: imparare a gestire l'ansia, gli attacchi di panico e lo stress

SOFFRI DI ANSIA, PANICO E FOBIE?

La Dott.ssa Maria Narduzzo

psicologa psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
Terapeuta EMDR Docente dell'Istituto Watson

ti propone un CORSO PRATICO di 5 incontri sull'ascolto corporeo, la consapevolezza di sé e la gestione dell'ansia.

Sede: via Roma 7/B - 10043 Orbassano (To)

Date 22, 29, Ottobre 5, 12, 19 Novembre dalle 18 alle 21

Per partecipare al corso, le iscrizioni devono pervenire entro l'8 Ottobre.
Prima dell'inizio del corso verrà effettuato un colloquio conoscitivo gratuito con la Dott.ssa Narduzzo.

Info e contatti: Maria Narduzzo 333.7130974

Programma:

22/10/2010
Presentazione dei partecipanti al gruppo e consegna del diario emotivo
Fase psicoeducazionale: conosciamo l'ansia e i sintomi tipici
Ascolto corporeo e consapevolezza di sè.

29/10/2010
Il ruolo dei pensieri negativi-catastrofici “e se.....?”
Respirazione lenta diaframmatica.
Rilassamento

5/11/2010
Esercizi di iperventilazione e attività sportiva per indurre e gestire i sintomi dell'ansia
Esercizi di visualizzazione
Rilassamento

12/11/2010
Visione del diario emotivo
Conoscenza e modificazione dei pensieri negativi legati alla paura dei sintomi.
Gestione dell’ansia anticipatoria prima di affrontare un evento.
Esposizione in “vivo” alle situazioni evitate o vissute con paura e disagio con la presenza del terapeuta
Rilassamento

19/11/2010
Visione del diario emotivo
Esposizione in “vivo” alle situazioni evitate o vissute con paura e disagio con la presenza del terapeuta
Rilassamento
Individuazione degli obiettivi di lavoro che i partecipanti raggiungeranno da soli

Obiettivi del corso

1.ridurre l’entità e la frequenza dei sintomi dell’ansia
2.identificare e successivamente modificare i pensieri automatici negativi rispetto ai sintomi dell’ansia, le credenze errate e i comportamenti disfunzionali di evitamento.
3.acquisire sicurezza ed imparare a vivere le sensazioni fisiche legate all’ansia non più come pericolose per la propria salute.
4.ridurre l’ansia anticipatoria, la persona impara ad esporsi direttamente e gradualmente alle situazioni evitate o vissute con disagio.

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10.12.07

In quali momenti si può verificare un attacco di panico?

23:54:42, Aree di intervento: Disturbo di Panico, Attacco di panico  

In quali momenti si può verificare un attacco di panico?

Gli attacchi, soprattutto i primi, si verificano tipicamente in modo improvviso, “A CIEL SERENO”. Nella maggior parte dei casi la persona sta svolgendo normali attività quotidiane o addirittura è in un momento di relax. Tali attacchi di panico vengono definiti SPONTANEI e sono i più tipici.

Spesso, la persona che ha avuto i primi attacchi di panico teme che l’esperienza si possa ripetere, soprattutto nelle situazioni in cui ha sperimentato i primi attacchi. Pertanto trovarsi in una situazione in cui in precedenza si è avuto un attacco di panico può scatenare un nuovo attacco di panico. In questo caso si parla di attacchi di panico SENSIBILI alla SITUAZIONE.

Gli attacchi di panico, in alcuni casi, si verificano esclusivamente in determinate situazioni: luoghi chiusi o affollati. Tali attacchi di panico vengono definiti SITUAZIONALI.

Si possono verificare attacchi di panico NOTTURNI, cioè di notte quando la persona sta dormendo. In questi casi, ci si sveglia di soprassalto avvertendo gli stessi sintomi che caratterizzano gli attacchi di panico diurni.

Alcune condizioni possono facilitare il panico. Tra le più comuni si ricorda l’assunzione elevata di caffeina, abuso di sostanze con effetto psicostimolante (cocaina, amfetamine, cannabinoidi, etc,…), uso di farmaci. In questi casi, si parla di panico INDOTTO DA SOSTANZE.

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Soffro veramente di panico?

23:51:08, Aree di intervento: Disturbo di Panico, Attacco di panico  

L'importanza di una corretta diagnosi

Prima di parlare di panico è opportuno escludere la presenza di patologie organiche, in grado di indurre sintomi simili al panico.

Una visita medica e semplici esami da laboratorio sono in molti casi indispensabili, prima di procedere ad un trattamento.

E’ importante, quindi, capire se la persona soffre di patologie dell’apparato cardiovascolare, gastrointestinale, respiratorio, del sistema nervoso centrale-periferico e del sistema endocrino. Ad esempio, nell’ipertiroidismo, l’eccesso di ormone tiroideo induce sintomi quali: tachicardia, ansia, insonnia, irritabilità, iperattività e disagio. Tali sintomi sono assai simili a quelli di un attacco di panico. Se il disturbo organico non viene, però, diagnosticato si rischia di intraprende solo un trattamento specifico per l’ansia, quando, invece, la persona necessita di terapie mirate per curare l’ipertiroidismo. E’ anche vero che se la persona si spaventa per i sintomi che avverte può avere attacchi di panico. In questi casi, oltre curare il problema organico, può essere utile anche un trattamento per l’ansia.

In fase di assessment è importante sapere se la persona fa uso di cocaina, amfetamina, allucinogeni, derivati della cannabis. Tali sostanze inducono tachicardia e stati di eccitazione, sintomi che possono essere confusi per ansia. In questi casi, è importante intraprendere trattamenti specifici che siano di aiuto affinchè la persona interrompa l’uso di tali sostanze. Queste ultime possono anche indurre nella persona attacchi di panico. Può essere, così, utile anche un trattamento per l’ansia.

L’eccesso di sigarette e di caffeina e l’abuso di alcol giocano un ruolo assai importante nel favorire, aggravare e mantenere nel tempo gli attacchi di panico. In questi casi è consigliato ridurre al minimo o evitare completamente tali sostanze.

Numerosi farmaci sono in grado di indurre sintomi facilmente associabili con il panico: ansiolitici, antidiabetici, diuretici, broncodilatatori.

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16.11.07

Domande sulla terapia cognitivo comportamentale del Disturbo di Panico

Per chi è indicata la terapia cognitiva comportamentale?

1. Per pazienti che hanno risposto parzialmente o non hanno risposto alla terapia farmacologica,
2. Per chi desidera sospendere i farmaci,
3. Per coloro che soffrono di panico con o senza agorafobia e non hanno iniziato nessun trattamento,
4. Per chi desidera capire quali fattori hanno determinato o mantengono il panico e predispongono a eventuali ricadute,
5. Per coloro che desiderano acquisire tecniche utili per gestire i sintomi dell’ansia.

QUANTO DURA IL TRATTAMENTO?

Il trattamento cognitivo comportamentale specifico per il panico offre benefici dopo un breve periodo di tempo, di 12 –15 incontri.

E’ EFFICACE?

In accordo con il National Institute of Mental Health (1993), numerose ricerche hanno dimostrato l’efficacia della terapia cognitiva comportamentale per il trattamento del disturbo di panico con o senza agorafobia. Inoltre, i risultati ottenuti vengono mantenuti nel tempo.

Perché prestare attenzione alle sensazioni corporee è un atteggiamento negativo che va eliminato?

Una volta che l’attacco di panico è avvenuto, la persona presta attenzione in modo “selettivo” al proprio corpo al fine di cogliere i primi segnali di ansia.

La persona è convinta che tale atteggiamento sia utile al fine di mettere in atto strategie che possono evitare il panico. Ad esempio: la persona si concentra sulla respirazione per verificare se respira bene e se ha abbastanza aria. Questi pazienti interpretano l’affanno e la mancanza di aria come segni di soffocamento. Per evitare di morire soffocati respirano profondamente e controllano il proprio respiro per prevenire le conseguenze temute. In realtà, facilitano così i sintomi dell’iperventilazione, quali capogiri, fenomeni dissociativi, aumento della mancanza di respiro, …

Se l’idea era quella di prevenire un attacco di panico, in realtà attiva egli stesso i sintomi dell’ansia.

Le conseguenze negative dell’attenzione selettiva al proprio corpo sono:

1. la persona vive in uno stato di continua tensione ed allerta
2. è spesso concentrato sul suo corpo
3. non è attento a ciò che lo circonda
4. percepisce sensazioni che in realtà non avvertirebbe se si concentrasse sul mondo esterno
5. ha paura dei sintomi che avverte e tende a pensare alle cose peggiori
6. attiva e mantiene i circoli del panico

“… SO CHE NON è RAZIONALE, MA è Più FORTE DI ME. MI BASTA PENSARE DI TROVARMI IN CERTE SITUAZIONI O DI AVERE CERTE SENSAZIONI: COME LA TACHICARDIA, IL SUDORE O IL SENSO DI SOFFOCAMENTO, PER ENTRARE IN CRISI. MI SEMBRA NORMALE EVITARE PER NON STARE MALE. COME è POSSIBILE AFFRONTARE LE SITUAZIONI CHE EVITO?”

E’ comprensibile che la persona che soffre di panico eviti le situazioni perché ha paura di stare male. Ma l’evitamento non è la soluzione al problema. La persona sta bene nell’immediato. Ma poi? Si costruisce una gabbia che lo intrappola: inizialmente evita una situazione, poi un’altra, poi un’altra ancora, fino a limitare la sua vita.

Il problema non sono le situazioni ma è la paura dei sintomi. Durante la terapia la persona comprende, verifica e prova che di fatto non succede nulla: l’ansia non è pericolosa, non è dannosa, e può essere gestita. La persona acquista sicurezza e si sentirà gradualmente pronta di affrontare le situazioni temute. Sono previste esposizioni in cui inizialmente terapeuta e paziente affrontano insieme varie situazioni.

AL TERMINE DELLA TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE, SI POSSONO VERIFICARE DELLE RICADUTE?

Partiamo dal presupposto che nessuno è esente dall’ansia. L’ansia fa parte della nostra vita. Quindi, l’obiettivo che ci poniamo in terapia non è quello di non provare più ansia. Al contrario, possono essere previste delle possibili ricadute a distanza di tempo, ma qualora e se si dovessero verificare, la persona non reagirà con intensa paura perché ha acquisito tecniche cognitive e comportamentali per il controllo e la gestione del panico.

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07.08.07

Obiettivi della terapia cognitiva comportamentale per la cura del panico

13:17:56, Aree di intervento: Disturbo di Panico, Attacco di panico  

La terapia cognitivo comportamentale è particolarmente tecnica, pratica ed altamente riabilitativa. Parte inizialmente dai sintomi dell'ansia che spaventano la persona, al fine di eliminarli.

Il trattamento cognitivo comportamentale non tende alla soppressione dei sintomi. Durante le sedute, infatti, vengono provocati, attraverso tecniche di esposizione interoccettiva, i sintomi che il paziente solitamente avverte e teme durante gli attacchi di panico. Il paziente comprende e dimostra a se stesso che i sintomi non sono pericolosi e ciò permette di smantellare false credenze che la persona ha appreso e mantiene (posso svenire, morirò, mi verrà un ictus, mi verrà un infarto, ... ), si riduce sia l’ansia anticipatoria di avere un altro attacco di panico che l’intensa paura iniziale legata ai sintomi. La persona impara che l'ansia non è dannosa, nè pericolosa, ma anzi gestibile.

La persona che soffre di attacchi di panico impara gradualmente ad affrontare le situiazioni temute che aveva evitato o affrontato con disagio (esposizioni comportamentali). Si verifica un processo di apprendimento, in cui la persosa comprende che non è la situazione di per se ad essere pericolosa, ma è il suo modo di vivere le situazioni stesse a causare l'ansia. Persone che avevano evitato, per anni, il pullman, la coda nei supermercati, i luoghi affollati, ..., imparano ad affrontarli con serenità e sicurezza. Tale tecnica permette di modificare il dialogo interno del paziente, che riguarda il modo di vivere, interpretare e dare significato agli eventi. I pensieri iniziali “sto per avere un attacco di panico”, “sto per svenire”, vengono sostituiti con altri pensieri più razionali “è solo un po’ di ansia”.

Il cambiamento del dialogo interno non è dovuto alla semplice sostituzione di un pensiero con un altro. Solo dopo che la persona ha provato e dimostrato a se stessa che le paure iniziali non si verificano, è in grado di modificare le errate credenze e acquista, inoltre, sicurezza.

La ristrutturazione cognitiva ha l’obiettivo di identificare i pensieri automatici del paziente e successivamente identificare e modificare le credenze errate relative alle interpretazioni erronee, per determinare anche cambiamenti a livello emotivo e comportamentale.

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Starbene: mente-corpo

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