Il bambino capriccioso
Mattia è un bambino di 4 anni, oggi è andato al supermercato con entrambi i genitori. Chiede di andare sulle giostre e viene accontentato. Al termine del giro, Mattia non è contento, vuole andare ancora. Il padre si lamenta “farai ancora un giro, ma sappi che è l’ultimo”. Mattia non è ancora soddisfatto, non vuole scendere. Il padre deve inventare una scusa: “Mattia ho finito i soldi, dobbiamo andare”. Il bimbo scende dalla giostra, inizia a piangere, tira il padre dalla maglia, urla, batte i piedi per terra. La situazione diventa imbarazzante, la gente nota la scena e il padre concede ancora due giri. Generalmente, i genitori non portano Mattia a fare la spesa perché poi lui pretende patatine, caramelle e soprattutto giocattoli. I genitori non sanno come comportarsi, si sentono costretti ad accontentarlo per evitare scenate.
Padre: mio figlio non si accontenta, vuole tutto quello che vede e se oso dirgli di no, fa scenate. L’altro giorno ha iniziato a tirarmi calci e sberle, perché voleva entrare in un negozio di giocattoli. Ho cercato di resistere, ma piange ancora più forte, diventa rosso in faccia, sembra che gli manchi il respiro e sarebbe capace di andare avanti così per ore. Alla fine ho ceduto, non c’è stato verso di calmarlo.
Madre: con me la situazione è peggiore. Quando Mattia piange e urla io non riesco a dargli una sculacciata. Non riesco, è più forte di me. Urlo anch’io e quando mi sento esasperata esco di casa.
Alcuni genitori faticano a gestire i capricci dei loro figli, cedono alle loro richieste e sono incapaci di dire “no”.
Spesso i bambini dominano i genitori, hanno capito che basta piangere, urlare, buttarsi per terra e tirare i calci per ottenere ciò che desiderano.
Parole, troppe parole: “ Sei sempre il solito testone, non ti accontenti mai, la prossima volta non ti faccio andare, anzi la prossima volta non vieni proprio al supermercato”, “Vuoi sempre tutto, guarda quanti soldi mi fai spendere”. Queste sono solo tante ed inutili lamentele di noi genitori che non riusciamo a far rispettare una regola, con fermezza.
Il padre avrebbe potuto dire “Lo so che è divertente andare sulla giostra, ma eravamo d’accordo che avresti fatto tre giri. Adesso scendi”. Se il bambino insiste, piange e non vuole scendere, il padre lo prende fisicamente e lo porta via.
Accontentare i capricci del bambino vuol dire rinforzare positivamente questi suoi comportamenti disfunzionali. Il bambino non desidera ma pretende, lui vuole e sa come ottenere.
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Dott.ssa Maria Narduzzo
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Terapeuta EMDR
Docente dell'Istituto Watson
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