Archivi per: Luglio 2007, 27

27.07.07

Caratteristiche della fobia sociale: come vive i rapporti con gli altri?

14:32:19, Aree di intervento: Fobia Sociale  

La persona con fobia sociale, valuta le situazioni sociali come pericolose, per la paura di agire in modo non adeguato, per cui pensa che gli altri lo giudicheranno in modo negativo. Anche l’opinione e la percezione di se stesso risulta negativa: pensa di non essere capace, di non essere all’altezza della situazione per cui sicuramente farà una brutta figura.

Prima di vivere le situazioni sociali, prova ansia anticipatoria. Per poterle affrontare, la persona tende a pensare e a visualizzare tutto ciò che gli potrà capitare e tutte le domande che gli potranno porre, individuando in anticipo i vari comportamenti e le varie risposte, al fine di fare una bella figura. Tale atteggiamento se da un lato è una strategia protettiva per affrontare le situazioni, dall’altra determina ansia e fa sì che le sorprese e tutto ciò che non sia stato programmato in anticipo non vengano tollerate.

Durante l’interazione sociale, si è concentrati sulle proprie risposte somatiche, sulla valutazione che potrebbe ricevere dagli altri e sull’opinione che ha di se stesso. La persona può, infatti, controllare ogni singola parte del proprio corpo e se c’è attivazione fisiologica cerca di rimanere calmo e tranquillo. Tale atteggiamento fa sì non vengano tollerati i rumori intensi. Per esempio: una persona parla a voce alta e crea fastidio e irritazione, oppure se qualcuno desidera parlare con lui può creare nervosismo, perché non gli permette di concentrarsi su di se. La perdita di controllo su di sé, potrebbe innescare i sintomi del panico.

La persona con fobia sociale può emettere, inoltre, tutta una serie di evitamenti per affrontare la situazione: pensa e si ripete le frasi prima di parlare, si schiarisce la voce, parla velocemente, non guarda negli occhi, … Inoltre, il cercare a tutti i costi di fare una bella figura ha effetti controproducenti: aumenta i sintomi dell’ansia, la persona non risulta spontanea nei suoi movimenti e nell’eloquio. Egli si impone, in modo rigido, di sorridere, di parlare, di essere interessato ai discorsi, deve essere simpatico, si ripete mentalmente cosa dire prima di parlare e ciò può rendere ancora più difficile la conversazione. Alla fine la persona apparirà effettivamente meno simpatico, meno amichevole ed impacciato. I comportamenti protettivi e i sintomi dell’ansia hanno, quindi, effetti negativi sull’immagine di se stesso.

Al termine dell’interazione sociale, la persona che soffre di fobia sociale tende molto a rimuginare e a valutare in modo negativo il suo comportamento, concentrandosi solo sugli aspetti negativi e su ciò che non è riuscito a fare, rafforzando ancora di più le sue convinzioni negative.

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Quali sono le cause della depressione dopo il parto?

14:21:03, Aree di intervento: Disturbo dell'umore  

La scienza non ha fornito dati certi sulle cause della depressione post partum: alcuni studi hanno indicato come fattori predisponenti i cambiamenti ormonali nella donna, più in particolare nel calo del livello degli estrogeni e del progesterone. In realtà ci sono molti altri fattori che concorrono alla comparsa della “depressione post-partum”, perlopiù di origine psicologica legata agli eventi immediatamente successivi al parto, come il cambiamento di ruolo della donna in ambito sociale, il timore per le sue imminenti responsabilità, il proprio aspetto fisico, il nuovo rapporto il patner, la propria autostima.

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La depressione dopo il parto

14:16:18, Aree di intervento: Disturbo dell'umore  

La depressione post-partum (dal latino “dopo il parto”) è una particolare forma di disturbo nervoso che colpisce alcune donne a partire dal 3° o 4° giorno seguente la gravidanza e che può avere una durata di diversi giorni, manifestandosi in qualche caso come depressione vera e propria, accompagnata da forme di psicosi.Oltre il 70% delle madri, nei giorni immediatamente successivi al parto, manifestano sintomi leggeri di depressione. Si tratta quindi di una reazione piuttosto comune i cui sintomi includono delle crisi di pianto senza motivi apparenti, irritabilità, inquietudine e ansietà che tendono generalmente a scomparire nel giro di pochi giorni.Ben più gravi e duraturi sono i sintomi della “depressione post-partum” che possono perdurare anche per un intero anno e che comprendono:

affaticamento
esaurimento
disperazione
inappetenza
insonnia o sonno eccessivo
confusione
pianto inconsulto
disinteresse per il bambino
paura di far male al bambino o a se stessa
improvvisi cambiamenti di umore

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Starbene: mente-corpo

Dott.ssa Maria Narduzzo
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Terapeuta EMDR
Docente dell'Istituto Watson
P.Iva 09100990010
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