Soffri di disturbi alimentari: anoressia, bulimia e sovrappeso?
Presso lo studio di Terapia Cognitivo Comportamentale potrai ricevere informazioni sui sintomi e sulle manifestazioni tipiche di ogni disturbo e ricevere le cure più adeguate per superare le tue difficoltà.
Cell. 3337130974
Dott.ssa Maria Narduzzo
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
Strategie e consigli per resistere e non abbuffarsi
1. Mi allontano dalla situazione
2. Telefono ad un’amica
3. Mi faccio una doccia
4. Se sono a casa, mi organizzo per uscire con gli amici per evitare la noia
5. Ascolto la musica
6. Faccio ginnastica
7. Vado in giro a vedere le vetrine
8. Esco con la bici e ascolto la musica
9. Cerco di resistere fino a che il desiderio diminuisce
10.Imparo a dire di no, quando gli altri insistono nel farmi mangiare
11.Evito di andare alle feste e al ristorante
12.Evito di comprare dolci, patatine e in generale di tenere la scorta in casa
Cose da pensare per evitare l’abbuffata
1 “non mangio, non mangio, io posso resistere”
2 “e’ difficile ma posso resistere”
3 “penso alle conseguenze del mangiare in eccesso”
4 “penso a come mi sento dopo aver mangiato troppo: mi faccio schifo”
5 “mi sono umiliata già troppo, resisto e non mangio”
6 “sto imparando dei modi diversi per gestire le mie emozioni”
7 “altre volte ho resistito, posso farcela anche adesso”
8 “se resisto, poi il desiderio diminuisce”
9 "penso a qualcosa di piacevole”
I pensieri positivi e le attività alternative possono essere scritte su un foglio. Nel momento in cui avverti l’impulso a mangiare troppo potrai leggere il foglio e scegliere un’attività che ti sembra più appropriata e parlarti in modo diverso.
Le situazioni ad alto rischio, che possono scatenare le abbuffate, si suddividono in 5 categorie:
1.Stati emotivi negativi:
- noia (quando non so che cosa fare),
-solitudine (alcune sere sono sola e non so con chi parlare),
-ansia (quando sono preoccupata per qualcosa che devo fare), -rabbia (se qualcuno mi critica, mi fa notare che ho sbagliato, dopo aver discusso con i miei genitori, dopo aver litigato con il mio fidanzato),
-sconforto, delusione (quando le cose non vanno come voglio io e le mie aspettative vengono deluse, quando il mio fidanzato non telefona per due giorni),
-disagio (che provo quando interagisco con altre persone e tendo a confrontarmi con loro o temo il loro giudizio)
2.Stati emotivi positivi:
Quando sono contenta e mi sento gratificata perché il lavoro va bene, i clienti sono soddisfatti, mi sembra di potermi fare un regalo, trasgredendo le regole che solitamente mi autoimpongo
3.Situazioni sociali:
Pranzi e cene con la mia famiglia e con i parenti del fidanzato: sento che devo mangiare, altrimenti si offendono e sembro non apprezzare;
Cene di lavoro;
La mia festa di compleanno;
Quando pranzo con persone nuove.
4.Sentirsi a disagio con il proprio corpo :
Dopo essermi pesata sulla bilancia e riscontro un aumento di peso; Quando indosso vestiti stretti;
Quando mi guardo allo specchio e mi vedo tutti i difetti;
In piscina, le poche volte che vado e mi confronto con tutte le ragazze;
Quando il mio fidanzato non mi fa i complimenti o mi fa notare che ho messo su un po’ di pancetta.
5.Fame da dieta:
Dopo aver saltato alcuni pasti o mangiato poco, mi viene una fame terribile, inizio a dirmi “ma si, ti sei tenuta per 5 giorni, adesso ti puoi concedere qualcosa";
Passare davanti alla vetrina della pasticceria, mi manda fuori di testa e divento più attenta agli odori e ai colori del cibo
Soffri di Ansia, Fobie, Panico ed Ossessioni?
Presso lo studio di Terapia Cognitivo Comportamentale potrai ricevere informazioni sui sintomi e sulle manifestazioni tipiche di ogni disturbo e ricevere le cure più adeguate per superare le tue difficoltà.
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Dott.ssa Maria Narduzzo
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamenatale
Perchè mio figlio va male a scuola?
Alla base degli insuccessi scolastici ci possono essere tantissime cause:
1)RITARDO MENTALE è comprensibile che se il bambino presenta un ritardo mentale avrà difficoltà nel rendimento scolastico. In questo caso è importante rivolgersi allo psicologo del proprio territorio per diagnosticare attaverso il colloquio, l'osservazione e la somministrazione di test specifici la presenza e la gravità del disturbo. Solo, così, l'interessato potrà ricevere le cure più adeguate.
2)E'importante escludere eventuali DIFFICOLTà SENSORIALI. Domandiamoci e verifichiamo se il bambino vede e sente bene.
3)Il bambino ha frequentato regolarmente la scuola? A volte può capitare che per svariati motivi: problemi di salute, traslochi, ansia, ... ci siano state troppe assenze, per il bambino è indietro nel programma scolastico. In questi casi è importante recuperare.
4)Il bambino ha vissuto o vive situazioni familiari che possono creare disagio e sofferenza?
La nascita di un fratellino, separazione dei genitori, traslochi, malattia o morte di un parente,.... Probabilmente il bambino sta soffrendo per la situazione che vive e ciò si ripercuote negativamente sull'attenzione, concentrazione, interesse e motivazione allo studio.
In questi casi è importante sostenere psicologicamente il bambino affinchè impari a superare l'esperienza che sta vivendo.
5)Il bambino presenta disturbi specifici dell'apprendimento scolastico: dislessia, disgrafia, discalculia e difficoltà nella comprensione del testo.
In questi casi occorre rivolgersi ad uno psicologo con esperienze specifiche nel settore:
- verranno somministrati test di intelligenza per escludere ritardi cognitivi
- verranno somministrati test standardizzati per rilevare l'eventuale presenza e la gravità dei distrurbi specifici dell'apprendimento
- l'intervento riabilitativo sarà rivoltò alla difficoltà rilevata, utilizzando CD e materiale specifico.
- particolare attenzione sarà rivoltà alle emozioni, all'autostima e al contesto familiare e sociale del bambino. Se il bambino ha accumulato insuccessi scolastici, nonostante l'impegno iniziale, potrebbe demotivarsi ed abbattersi.
6)Il bambino è introverso, insicuro, pauroso, ha problemi di ansia?
Questi aspetti possono ridurre o bloccare il rendimento scolastico. E' importante rivolgersi ad uno psicologo che attui un programma pratico, specifico e riabilitativo sulle difficoltà elencate.
7) Il bambino ha un buon metodo di studio? Studia in modo costante? E' motivato? Si pone obiettivi e tende a raggiungerli?
8) Quali sono le aspettative dei familiari nei confronti della scuola? Si aspettano troppo? Tendono a premiare il bambino quando raggiunge buoni risultati? Non si aspettano nulla, la scuola non è molto importante? Il bambino è seguito dai familiari o vi è una situazione di trascuratezza?
Quali sono le origini della trappola dell'abbandono?
1 Uno dei vostri genitori è morto
2 Uno dei vostri genitori è andato via di casa quando eravate piccoli
3 Quando eravate piccoli vostra madre è stata ricoverata in ospedale per diverso tempo
4 Siete stati separati dai vostri genitori per un periodo di tempo prolungato
5 Siete stati allevati da diverse baby sitter
6 Siete stati mandati in istituto, collegio o presso parenti per motivi familiari
7 I vostri genitori litigavano spesso quando eravate piccoli, così che voi temevate che la famiglia si sarebbe disgregata
8 Avete perso l'attenzione di un genitore, in misura rilevante, per esempio per la nascita di un fratello o perchè il genitore in questione si è risposato
9 I vostri genitori hanno divorziato quando eravate piccoli
10 Vostra madre era una persona incostante, a causa di una depressione, dipendenza da alcol, frequenti esplosioni di rabbia, per cui spesso si disinteressava di voi.
11 I vostri genitori erano spesso assenti per motivi di lavoro
12 Vostra madre si è occupata prevalentemente di un parente malato, dedicandovi poco spazio ed attenzione
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Dott.ssa Maria Narduzzo
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Terapeuta EMDR
Docente dell'Istituto Watson
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