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13.10.07

Stile di comportamento ASSERTIVO

00:09:42, Aree di intervento: Assertività  

CARATTERISTICHE DEL COMPORTAMENTO ASSERTIVO

La persona assertiva si colloca tra il passivo e l’aggressivo. Egli è capace di esprimere le proprie emozioni e sentimenti: “Sono contenta” “Ti voglio bene”, “Non ho voglia”, senza provare disagio.

Fa proposte sulla base dei propri desideri ed interessi e allo stesso tempo, tiene in considerazione le emozioni, i bisogni e le richieste degli altri. E’ capace di rinunciare o rimandare la soddisfazione di un proprio desiderio per il piacere di accontentare l’altra persona o per aver ricevuto una proposta più interessante. Tale scelta non rappresenta un peso o un dovere, ma puro piacere.

Prima di prendere una decisione, tende a confrontarsi con gli altri, ascolta il loro parere, per poi arrivare ad una conclusione.

Durante una discussione, esprime il proprio punto di vista, ma è anche pronto a modificarlo se ritiene che gli altri dicano delle cose sensate. Sa mettersi in discussione, consapevole del fatto che non esiste solo il suo modo di vedere e vivere le situazioni. E’ anche capace di esprime il proprio disaccordo con gli altri, pur mantenendo la loro amicizia ed il loro rispetto.

Fa richieste, ed è in grado di accettare un eventuale rifiuto, senza insistere, arrabbiarsi e pretendere di essere accontentato a tutti i costi.

E’ in grado di rifiutare un invito, una proposta con serenità, senza provare sensi di colpa. Non tende, quindi a giustificarsi, inventare scuse e bugie.

Fa i complimenti e tende a far risaltare le qualità personali, l’impegno ed i risultati ottenuti dai collaboratori, parenti ed amici. In generale, più le persone si sentono gratificate e più sono motivate a lavorare.

Accetta i complimenti, senza provare disagio.

La persona assertiva sa comunicare: parla, racconta di sé ed è anche capace di ascoltare con attenzione.

Nelle situazioni difficili ed emotivamente forti sa controllare i sentimenti e le emozioni, riesce, quindi a parlare e far valere i propri diritti senza perdere le staffe.

Non valuta, non giudica e non critica le persone, ma al più esprime disaccordo sul comportamento emesso, che reputa non corretto. Sa rispettare le persone e non pretende che gli altri dicano o facciano come fa piacere a lui.

Esprime desideri “mi piacerebbe …”, “sarebbe bello …”, senza crearsi aspettative.

Esprime, inoltre, critiche costruttive che aiutino le persone a migliorare ed a produrre di più. Sa gestire le critiche e non permette agli altri di essere aggressivi, non li subisce.

La persona assertiva è sicura, ha un’adeguata stima di se stessa, individua eventuali problemi e cerca di porvi rimedio con soluzioni concrete, si pone obiettivi da raggiungere nella vita.

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Stile di comportamento AGGRESSIVO

00:06:06, Aree di intervento: Assertività  

CARATTERISTICHE DEL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO

“Aggressivi! Assolutamente no! Gli altri esagerano. E’ normale che se le cose non ci vanno a genio ci arrabbiamo, alziamo il tono della voce. Caspita se ci arrabbiamo! Non siamo mica delle pecore! Chiariamo subito e sicuramente non ci teniamo tutto dentro. Non ci facciamo prendere in giro da nessuno. Se l’altro si offende o ci rimane male, pazienza”.

Discutiamo frequentemente con gli altri, esprimiamo in modo chiaro e con forza il nostro punto di vista, non abbiamo difficoltà a protestare quando riceviamo prodotti o servizi di scarsa qualità. Non ci preoccupa il fatto di fare una brutta figura.

Usiamo frasi del tipo: “Ma cosa stai dicendo?”, “Non è giusto quello che dici!”, “Come si fa a ragionare così?”. Ci arrabbiamo, non accettiamo il punto di vista dell’altro, anzi imponiamo il nostro che riteniamo sicuramente più corretto e sensato. Non ci interessano le ragioni dell’altro quando riteniamo che stia sbagliando. Imponiamo le nostre idee e ci aspettiamo che lui faccia esattamente quello che gli abbiamo detto di fare.

Esprimiamo giudizi e critichiamo le persone: se non ci piace il nuovo taglio di capelli o il vestito indossato da qualcuno, non ci pensiamo due volte ad esprimere il nostro parere, non curanti di come si possa sentire l’altro. Anzi, se si dovesse offendere, lo accusiamo di essere permaloso. Quando, però, riceviamo delle critiche, non le accettiamo e siamo subito pronti a contro-attaccare.

Tendiamo a sminuire le persone con cui interagiamo. A volte usiamo termini offensivi: “sei uno stupido!”, “come fai a non capire cose così semplici?”, “ci riescono tutti!”, “sei uguale a tuo padre!”.

Invece di sottolineare le capacità, gli sforzi e gli obiettivi raggiunti, ribadiamo quanto sia facile ottenere buoni risultati, impegnandosi.

Insegnare agli altri è per noi una perdita di tempo! Piuttosto facciamo tutto noi oppure ordiniamo senza dare precise indicazioni. Alla fine, ci arrabbiamo tantissimo, perché il lavoro non ci è piaciuto.

Non chiediamo consigli ed opinioni, andiamo avanti per la nostra strada. Facciamo, disfiamo e rifacciamo di nuovo. Prendiamo decisioni senza tenere in considerazione i bisogni, i desideri e le richieste degli altri.

Ci siamo noi!

Ordiniamo, pretendiamo, esprimiamo desideri e bisogni e ci aspettiamo che gli altri li soddisfino immediatamente.

Siamo convinti di non sbagliare mai, per cui non chiediamo scusa. Al contrario tendiamo a colpevolizzare ed accusare gli altri se le cose non vanno per il verso giusto. Quando ci rivolgiamo agli altri usiamo il “Tu”: “tu sei la causa del nostro divorzio”, “sei sempre tu che rovini tutto, anche le cose più belle”, “tu non cambierai mai”.

Abbiamo un’alta stima di noi stessi: siamo convinti di essere i più bravi e consideriamo alcune persone: deboli, poco capaci, senza carattere e li collochiamo in un gradino più in basso del nostro. Con altri entriamo in competizione e ci arrabbiamo se non otteniamo il successo desiderato.

Siamo spesso arrabbiati e nervosi. I nostri rapporti interpersonali possono essere difficili. Se rivestiamo un ruolo di responsabilità sul lavoro, riusciamo a creare un ambiente teso ed ostile. Non ci fidiamo abbastanza, diamo poca responsabilità, siamo pronti a vigilare per scoprire scorrettezze, non trasferiamo abilità, ordiniamo e siamo troppo diretti nel dire le cose. Siamo, inoltre, convinti che sgridare i nostri dipendenti, li porti a produrre di più, in realtà otteniamo l’effetto opposto: assenteismo, continui licenziamenti, malcontento e scarsa produttività. Come tutti i circoli viziosi, meno rendono e più ci arrabbiamo.

Amici, parenti e colleghi, si possono allontanare da noi. Sono stanchi e stufi di subire il nostro modo di fare: rimproveriamo, critichiamo, insistiamo, decidiamo ed ordiniamo.

Ma l’altro come si sente? Sminuito, attaccato, colpevolizzato, confrontato con altri, intimorito, giudicato, impaurito, ... Più siamo passivi e più proviamo ansia e disagio quando interagiamo con una persona aggressiva, perché non riusciamo a gestire i suoi attacchi.

Noi aggressivi, però, in fondo non siamo cattivi. Siamo generosi, affettuosi e desideriamo il meglio per noi e per gli altri, ma a volte non ci rendiamo conto di esagerare.

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Stile di comportamento PASSIVO

00:00:39, Aree di intervento: Assertività  

CARATTERISTICHE DEL COMPORTAMENTO PASSIVO

Un collega ci fa una richiesta, vorremmo rifiutare, ma accettiamo lo stesso. Proviamo disagio nel rifiutare e non sappiamo dire di “no”. Abbiamo paura di offendere o che l’altro ci rimanga male. In alcuni casi, abbiamo paura di deludere, di perdere la stima e la considerazione di amici, colleghi, parenti ed estranei.
Viviamo, così, situazioni che in realtà non vorremmo vivere, per poi arrabbiarci con noi stessi perché non siamo stati in grado di rifiutare.
Possiamo inventare scuse, bugie e tentiamo di giustificarci, accettiamo un invito per poi telefonare e scusarci mille volte per un malore improvviso, che ci impedisce di rispettare l’impegno preso.

Non facciamo richieste, perché viviamo con la paura costante di disturbare gli altri o temiamo di ricevere un “no”.

Facciamo fatica nel gestire le insistenze di un abile venditore, alla fine acquistiamo oggetti che non ci piacciono o che non ci interessano. Altre volte ci sentiamo in dovere di acquistare perché la commessa è stata particolarmente gentile e disponibile. Sarebbe non educato uscire dal negozio senza aver comprato nulla.

Ci fanno un complimento, proviamo disagio e non siamo in grado di rispondere oppure iniziamo a sminuire il complimento ricevuto.

“Che bella maglia” “Si, ma punge un po’”.

Allo stesso modo non facciamo complimenti alle persone, perché non ci osiamo e non sappiamo cosa dire.

Siamo nel bel mezzo di una discussione, vorremmo esprimere il nostro punto di vista, ma stiamo zitti. Abbiamo probabilmente paura di non dire cose sensate e consideriamo gli altri più bravi e più capaci di noi. Se ci sforziamo di parlare, non riusciamo fino in fondo a difendere il nostro punto di vista. Allora non resta che tacere!

Facciamo fatica a fare proposte. A noi va sempre bene tutto!

“Andiamo al cinema?” “Va bene”
“Cosa vuoi fare questa sera? “ “Ma, non so. Per me va qualsiasi cosa”

Probabilmente non vogliamo metterci in gioco più di tanto, non vogliamo assumerci delle responsabilità. Cosa succede se proponiamo ed insistiamo per andare al mare ed inizia a piovere arrivati a destinazione?
Gli amici potrebbero lamentarsi e sottolineare che sarebbe stato meglio andare da un’altra parte? Proviamo a riflettere un attimo: ma se la stessa proposta l’avesse fatta la nostra amica, avremmo brontolato, ci saremmo lamentati, o avremmo espresso giudizi negativi?

“No, può succedere. Pazienza! Non si può sapere in anticipo come andranno le cose”.

Bene! Ma allora, perché non riusciamo a dire le stesse belle frasi anche a noi stessi?

Riceviamo delle critiche, veniamo accusati, ma non riusciamo ad avere la battuta pronta, le parole giuste da dire. Dopo pensiamo e ripensiamo a tutte le frasi che avremmo potuto dire, ma che non abbiamo detto. La rabbia cresce sempre di più. Ancora una volta non siamo stati in grado di ribattere.
A volte può succedere che emettiamo comportamenti aggressivi, per sentirci subito dopo in colpa e dispiaciuti. Chiediamo scusa e ritorniamo ai nostri soliti comportamenti passivi.

Siamo molto propensi al sacrificio, siamo disponibili ad aiutare gli altri, a soddisfare le loro esigenze e richieste. Alla fine gli altri vengono prima di noi. Così, i nostri bisogni e i desideri non espressi, non vengono soddisfatti.
Subire le situazioni e gli altri è per noi una fonte di sofferenza: proviamo frustrazione, rabbia, ci sentiamo impotenti, tendiamo a svalutarci e la nostra insicurezza e la bassa autostima diminuiscono ancora di più.

Certo, gli altri ci considerano delle persone gentili e cordiali, i colleghi che tutti vorrebbero avere, l’amico disponibile su cui contare. La persona che ama il quieto vivere, non litigiosa, educata e molto rispettosa degli altri.

A quale prezzo? Consideriamo, anche gli svantaggi ed i costi che la persona passiva deve pagare.

Spesso ci sentiamo “sfruttati” e non stiamo bene con noi stessi!

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Starbene: mente-corpo

Dott.ssa Maria Narduzzo
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Terapeuta EMDR
Docente dell'Istituto Watson
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